Produzioni
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Can You Sea?
Can You Sea? è un progetto di Teatro Fisico realizzato da Kirkes insieme ai Dipartimenti di Scienze della Terra e dell’Ambiente e di Studi Umanisticia dell’Università di Pavia. Mira alla sensibilizzazione sul tema del futuro degli Oceani; coinvolge 13 performers (target 11-15), due coreografe (classi 1998 e 1988) e una scenografa (2001). Le performers guidano il pubblico sott’acqua, costringendolo a trattenere il respiro in una disorientante distorsione di gravità. Una scenografia fatta di rifiuti, suoni di eliche subacquee, corpi ammassati in strette reti restituiscono un’immagine del mare tutt’altro che idilliaca, mostrando al pubblico un ritratto evocativo del danno causato dall’umanità. Sulla scena, numeri, dati e parole chiave si susseguono, mostrando al di là di ogni simbologia la distruzione dell’Oceano: la collaborazione tra Arte e Scienza, che combina metafore e immaginari con la nuda realtà, punta a creare un prodotto culturale comprensibile a tuttə. La performance esplorerà temi spesso poco noti aə non addettə ai lavori, come l’inquinamento acustico subacqueo e le sue conseguenze sulle specie marine; l’overfishing e le sue conseguenze a lungo termine; le reti fantasma. La scenografia sarà realizzata con rifiuti recuperati dal fondale mediterraneo. CYS è adatto a essere rappresentato al chiuso o all’aperto, ed essendo uno spettacolo muto, è esente dall’eventuale barriera linguistica.
Can You Sea? è risultato vincitore del bando WeWorld per l’ingaggio giovanile; è stato rappresentato presso BASE Milano, in occasione del WeWorld Festival, a maggio 2023. La tournée è proseguita con la partecipazione al BlueFestival di La Spezia, in luglio 2023, e alla notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori nel settembre dello stesso anno, presso il Politeama di Pavia.
X
“X” è una performance per due acrobate che indaga la complessità del piacere femminile.
Dalla nascita fino alla morte, il corpo femminile è oggetto di discussioni, contese, critiche e giudizi. È la società a disporre criteri e parametri cui la materialità delle donne deve attenersi: oggi, al corpo femminile è richiesto di essere forte, ma delicato; morbido, ma tonico; bello, ma naturale. La storia dell’umanità è costellata di dictat – più o meno espliciti, più o meno visibili – su quello che il corpo delle donne può/deve/non può/non deve fare o essere: la donna stessa non ne ha mai disposto liberamente, non l’ha mai indagato con occhi scevri dal pregiudizio, mai l’ha scoperto. Sarà per questo che il piacere femminile – quello, appunto, che viene dal corpo – è ancora, nel 2023, un territorio quasi inesplorato, sconosciuto alle e ai più, velato di tabù e di imbarazzi.
“X” è un dialogo muto fra Martina Gavoni, danzatrice, ed Elena Crenca, acrobata. I loro corpi si studiano sulla scena, per scoprire le diverse possibilità che l’essere fisico può offrire e raggiungere; osservano l’estensione di un’articolazione, la risposta a un input, l’interazione e l’incastro fra i corpi e dei corpi stessi con il contesto scenico. Raccontano il femminile e la sua concretezza attraverso l’intersezione tra linguaggi artistici multipli: dall’acrobatica aerea – reinterpretata in chiave sperimentale – alla danza contemporanea, dal mano-a-mano al verticalismo. Al centro della scena, sospeso a qualche metro da terra, un cerchio; cruna circolare di un ago da cui sgorgano metri di stoffa: che copre, svela, sostiene, innalza, disegna percorsi tortuosi.
Martina Gavoni ed Elena Crenca ci fanno da guida tra le pieghe del corpo delle donne, per raccontarci una volta per tutte che il piacere non è un ‘punto’, ma una lunga danza.
Carta Bianca
Quattro acrobate dialogano sulla scena tra suolo e sospensione, in un pastiche di musiche e materiali: dalla lycra alla carta, dal legno al ferro, dall’aria al corpo umano, tutto diventa materia espressiva.
Motore dell’azione, però, è un foglio di carta: oggetto anonimo solo in apparenza, capace di assumere qualunque forma, di farsi supporto o strumento, produrre suono o immagine, lasciando al pubblico piena libertà di interpretazione: suggerisce, ammicca e lancia spunti.
Fulcro della scena è l’immenso scheletro di una piramide d’acciaio, che, al ritmo di un pop elettronico, circolare e sperimentale, viene scalata, aggirata, dalla quale si scivola oppure si precipita: come corpi soli o come un corpo solo, si tende al vertice nella disperata ricerca di Icaro, sempre con la terra a esercitare la sua magnetica attrazione.
Carta bianca è una performance che mescola il circo contemporaneo, l’acrobatica e la danza contemporanea. È uno spettacolo di teatro di strada di Kirkes – Piccola Scuola di Arti Acrobatiche, scritto da Matteo Piovani e interpretato da Serena Brioschi, Valeria Cozzatelli, Elena Crenca e Giorgia Pedroni.